Prima della sosta per parlare del Prokupac, il vitigno serbo per antonomasia, ci eravamo lasciati in Vojvodina, regione serba al confine con l’Ungheria. Bene, come promesso, attraversiamo dunque il confine, che è anche un confine dell’Unione Europea.
La produzione di vino, passata la frontiera, prosegue senza soluzione di continuità. Rispetto a Subotica, dove abbiamo degustato i vini locali Frankovka, Kevedinka, Ezerjó, Župljanka e Muscat, ci spostiamo di poco a ovest. Attraversiamo il Danubio, che qui scorre maestoso da nord a sud nel suo lunghissimo percorso verso il Mar Nero.
Siamo in Ungheria e più
precisamente in Pannonia, regione storica che sopravvive solo per gli enologi
mentre le carte geografico-politiche parlano ormai da tempo di Transdanubio
Meridionale. È la regione vinicola ungherese maggiormente dedicata ai vini
rossi, in un paese che vede, in generale, i vini bianchi dominare nella
produzione con il 70% (il Tokaj è il più blasonato ma non il più interessante
per i nostri gusti).
Con una produzione di 2,8 milioni di ettolitri (1% della produzione mondiale e quasi il 2% di quella europea) e 60.000 ettari destinati a vigneto, l’Ungheria conta fra i paesi di spicco nel mondo del vino. Ma in generale se ne sa molto poco in Italia, anche fra i consumatori abituali e qualificati di vino.
Ma torniamo alla zona dove siamo appena arrivati: la Pannonia meridionale (o Transdanubio Meridionale, come dir si voglia). Come accennato, è una delle sei regioni vinicole in cui è diviso il paese, insieme a Pannonia Superiore, Balaton, Ungheria Superiore, Duna e Tokaj. Nelle sei regioni, si contano poi un totale 22 distretti, che hanno adottato specifici disciplinari di produzione (OEM, la nostra DOC o OFJ, la nostra IGT).
Dei 22 distretti, 4 sono nella
regione Pannonia e, tra questi, spicca quello di Villany per la sua DOC Villany
Franc, fra le più rinomate nella categoria vini rossi ungheresi. Ma perché
vogliamo parlarvi proprio di questa DOC? Perché ha una caratteristica unica,
quella di proporre sul mercato appunto il Villany Franc, un vino rosso
realizzato con uve Cabernet Franc in purezza.
E la specialità sta proprio in questo, perché altrove il Cabernet Franc lo si ritrova solo in miscela con altri vitigni. Non fraintendeteci, il Cabernet Franc contribuisce a dare vita a vini di fama mondiale, come ad esempio il Bordeaux (è parte del cosiddetto taglio bordolese, insieme a Cabernet Sauvignon e Merlot).
Ma il fatto di proporlo in purezza è la vera sfida per una regione che si è legata a doppio filo a questo uvaggio. “SE E’ VILLÁNY, ALLORA E’ CABERNET FRANC! SE E’ CABERNET FRANC, ALLORA E’ VILLANY!”, così recita lo slogan principale utilizzato dal Villányi Borvidék Hegyközségi Tanácsa (l’ente di tutela della DOC).
Non va infatti dimenticato che nei manuali degli enologi di mezzo mondo, il Cabernet Franc viene considerato un vino da taglio (“Verschnittwein” per i tedeschi, “blending wine” per gli anglosassoni) e il proporlo in purezza rappresenta indubbiamente una sfida al gusto prevalente. A questo proposito, consigliamo di provare il Villany Franc della cantina Vylyan Vinum, che trovate nel nostro shop.
Ma questa non è solo una regione di vini. E’ anche una regione di dolci colline, che rompono la monotonia della pianura alla confluenza della Drava nel Danubio. Lontana da Budapest e anche dalla capitale regionale Pécs, la regione di Villany offre ancora il romanticismo rurale che stava a cuore ai regnanti del IXX secolo, che anni di Comunismo e il Capitalismo ungherese imperante degli anni Novanta non sono riusciti a cancellare.
Continuiamo a vivere, godere, visitare, scoprire, imparare e degustare nelle prossime puntate. A presto.